Cantina di Soave – Dalle visite guidate al passaparola: così si fa il “marketing” – Corriere Vinicolo

Adottare una Garganega,
curiosare nel vigneto
sperimentale, scoprire
l’arte antica del vino tra
botti e barrique attraverso
un dedalo di grotte
sotterranee: a Borgo
Rocca Sveva ogni attività
è pensata per fidelizzare il
turista-consumatore ma
soprattutto per trasmettere
i valori e la cultura del vino

di Filippo Magnani 

Era il 1898 quando un gruppo di produttori vitivinicoli
provenienti da Soave e Monteforte d’Alpone decise di fondare
la Cantina di Soave, che verrà poi ufficializzata negli anni
Trenta. Il secondo Dopoguerra rappresenta per l’azienda il
momento di svolta sia in termini di crescita che di sviluppo.
Nel 1961 vengono inaugurati gli stabilimenti di Viale della Vittoria e la
Cantina di Soave si conferma produttore vitivinicolo a livello
europeo con una produzione che raggiunge i 393 mila
quintali d’uva. Tra gli anni ‘80 e ‘90 l’azienda cresce dal
punto di vista delle acquisizioni e comincia ad adottare
importanti politiche di marchio, tese alla differenziazione
commerciale.
Nel 1994 all’acquisizione del controllo della prestigiosa
azienda spumantistica trentina Equipe 5, al top della
produzione trentina di spumanti Metodo Classico,
si affianca l’inaugurazione dei nuovi impianti
di imbottigliamento di Viale della Vittoria che
permettono di raggiungere un livello di produzione
di 30 milioni di bottiglie all’anno. Nel 1995 viene
perfezionato l’acquisto del marchio Maximilian,
spumante a Metodo Charmat. Nel 1996 viene
incorporata la Cantina di Cazzano di Tramigna grazie alla quale Cantina
di Soave arriva a gestire il 27% dei vigneti a denominazione Valpolicella. Il
nuovo millennio vede Cantina di Soave proseguire tra sviluppo produttivo
e ricerca della qualità. Nel 2005 segue la fusione per incorporazione
di Cantina di Illasi, una struttura con impianti ad alta tecnologia. Nel
luglio 2008 quella con Cantina di Montecchia di Crosara, vocata alla
produzione di Lessini Durello. Nel 2009 infine viene creata Cantina di
Soave Usa, una struttura commerciale con sede a Clinton, vicino a Boston,
nel Massachusetts, per assicurare una presenza importante e diretta
dell’azienda veronese nel mercato americano.
Sempre in questi primi anni Duemila, nel 2003, viene poi inaugurata la
struttura d’avanguardia di Borgo Rocca Sveva, ricavata dalle ex Cantine
Ruffo: oltre 10 mila metri quadrati coperti in cui si trovano gli impianti
per la produzione dei vini d’alta gamma a marchio Rocca Sveva
e degli spumanti Equipe 5. Ma non solo. Borgo Rocca Sveva è
anche centro congressi, polo enoturistico e di divulgazione
della cultura del vino. E infatti è attivo uno staff specializzato
nell’accoglienza, che cura l’organizzazione di visite
individuali e di gruppi sia piccoli che numerosi.
Ne parliamo con Bruno Trentini, direttore generale della
Cantina di Soave.

Qual è la vostra struttura organizzativa per le
visite in azienda?
Siamo facilmente raggiungibili, a due minuti
dall’uscita autostradale Soave-San Bonifacio.
Esistono naturalmente cartelli che segnalano la
nostra azienda. Siamo dotati di ampio piazzale
interno mentre di fronte a Borgo Rocca Sveva si
trova un grande parcheggio. L’azienda dispone
inoltre di un accesso pullman per le visite dei
gruppi.

Vigneti e cantina sono predisposti per le
visite? Esiste un percorso guidato?
Entrambi sono visitabili con percorsi
differenziati per tipologia e durata. Si inizia
il percorso con la barricaia, oltre 400 metri di
gallerie sotterranee esattamente sotto il vigneto
sperimentale della Cantina. Si prosegue tra botti
grandi e barrique, e si giunge alla sala del Volto,
dove spesso teniamo cene ed eventi. Da qui si sale
per lo scalone monumentale e si arriva al nostro
auditorium che può contenere 800 persone.
Si può proseguire poi fino al vigneto
sperimentale dove si trovano oltre 50 cloni di
viti che vengono analizzate in collaborazione
con l’Università di Verona. Di fianco al vigneto
si trova anche il giardino botanico, spazio verde
curato in cui sono classificate tutte le specie
arboree presenti. Quando si scende è possibile
fare una sosta al wine shop dove chi lo desidera
acquista i nostri vini e i prodotti artigianali da
abbinare loro.

Sotto l’aspetto economico e di marketing, qual
è la funzionalità delle visite in cantina?
Le visite sono strategiche per fidelizzare il
visitatore/consumatore, ma ancora prima sono
uno strumento prezioso per comunicare i valori
e la storia che caratterizzano la nostra azienda,
assieme alla qualità dei nostri vini. Un visitatore
soddisfatto sarà il primo a farci una buona
pubblicità tramite passaparola.

Come avviene la presentazione dei vini? Esiste
una sala degustazione specifica per le visite?
Generalmente proponiamo delle verticali di
vini, dal più giovane a quello più complesso e
strutturato. Spesso è un enologo a condurre la
presentazione assieme al gruppo di lavoro di
Borgo Rocca Sveva, appositamente formato per
l’attività di accoglienza. Esistono diverse sale
degustazione a seconda delle esigenze: dal luogo
più raccolto, adatto anche a piccoli meeting e a
colazioni di lavoro, fino alle sale per i ricevimenti
e le grandi degustazioni professionali.

In che modo sviluppate la promozione
turistica dell’azienda?
Siamo spesso citati su quotidiani e su riviste
dedicate all’enoturismo, grazie anche alle
numerose attività che svolgiamo. Sul fronte
turistico collaboriamo con la Strada del Vino
Soave. Particolare successo ha avuto l’iniziativa
“adotta una Garganega” dove chi lo desiderava
poteva letteralmente adottare una vigna e poi portarsi a casa il vino a vendemmia conclusa.

Qual è il target turistico della cantina? E il
trend di visitatori negli ultimi 5 anni?
Ci rivolgiamo agli appassionati e agli enoturisti,
sia italiani che stranieri. In ogni caso amanti del
buon bere. Ogni anno Borgo Rocca Sveva registra
oltre 20.000 presenze tra visitatori e partecipanti
ai convegni.

Ci sono altri servizi di accoglienza che avete
sviluppato negli anni?
Abbiamo recentemente attivato uno spazio
apposito, a supporto dell’intensa attività di
convegnistica, dove accanto ai vini di nostra
produzione è possibile degustare piatti della
tradizione veneta e veronese in particolare.

In conclusione, crede che l’investimento fatto
per lo sviluppo dell’accoglienza in cantina sia
stato proficuo e quali sono le vostre intenzioni
per il futuro?
Investire nell’accoglienza è stato fondamentale.
Il centro di Borgo Rocca Sveva si è guadagnato
nel tempo un ruolo di riferimento per quanto
riguarda la convegnistica tra le provincie
di Verona, Vicenza e Padova. Inoltre siamo
diventati meta turistica sia di quanti scelgono
il nostro centro per una gita fuori porta, magari
per rifornire la propria cantina, sia per quanti,
venendo da più lontano, inseriscono Borgo Rocca
Sveva tra le mete che valgono il viaggio.

Filippo Magnani

Tuscany – Italy
T: +39 335 53 477 04
O: +39 0565 82 70 44
E: fm@filippomagnani.it

© Filippo Magnani

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