Ci sono però spazi di manovra per una più proficua collaborazione. Magari la creazione di un tavolo nazionale
dove lavorare fianco a fianco su progetti e problematiche per avere una maggiore incidenza anche nei confronti
delle istituzioni nazionali e un network con reciproco scambio di dati e informazioni. La parola ai protagonisti
di Filippo Magnani
Enoturismo:
sempre meno
una pratica di nicchia
Secondo il rapporto dell’Osservatorio
sul Turismo del Vino, redatto ogni anno dal
Censis Servizi, il turismo del vino, grazie alle sue
caratteristiche di prossimità, short break, convenienza
e accessibilità, sta divenendo un comportamento diffuso
e di tendenza, sempre meno pratica di “nicchia”. Poco
influenzato dall’andamento dell’economia, dei redditi
e dei consumi, ha un potenziale di sviluppo ancora da
esprimere anche in relazione alla destagionalizzazione
dei flussi turistici. Praticato dal 40% degli over 30 e
dal 30% dei giovani al di sotto dei 30 anni, questa
tipologia di turismo permette, più delle altre, di
scoprire le caratteristiche dei luoghi, le peculiarità
dei prodotti, le singolarità delle tradizioni.
Oggi la risposta alla crescente domanda di
enoturismo sembra più organizzata
e ragionata rispetto a qualche
anno fa.
Chi sono?
Chiara Lungarotti
presidente nazionale Movimento
Turismo del Vino
www.movimentoturismovino.it
Gianpaolo Pioli
presidente nazionale Associazione
Città del Vino
www.cittàdelvino.it
Quale ruolo può giocare la vostra
associazione in relazione allo sviluppo
del turismo del vino nel nostro Paese?
Chiara Lungarotti – L’Associazione
mira ad ampliare l’evento giornaliero di
Cantine Aperte e a farlo divenire “Cantine
aperte tutto l’anno” anche al fine di attrarre una domanda turistica, destagionalizzata. Molto si sta facendo anche in
relazione allo sviluppo di un’adeguata
qualità dell’accoglienza. Dal 2008 infatti
il MTV ha istituito un “Decalogo dell’accoglienza” per certificare che le cantine
aderenti alle diverse iniziative siano in
grado di accogliere adeguatamente i visitatori e gli eno-appassionati.
Gianpaolo Pioli – L’associazione
può giocare un doppio ruolo. Il primo, nel sensibilizzare le comunità e le amministrazioni
locali a sviluppare e sostenere una forma di turismo ecocompatibile in cui il vino e ciò che è
dietro alla sua produzione ne diviene l’elemento principale. Il secondo, nel costruire una
“lobby nazionale del territorio” nel
senso positivo del termine,
ovvero un gruppo costituito che stimoli il
governo e i politici regionali e nazionali a supportare con opportune misure la produzione di vino, di prodotti
agricoli e il turismo ad essi collegato.
Sono stati realizzati progetti specifici?
C.L. – I vari progetti realizzati, grazie al contatto ravvicinato con i visitatori, tendono ad attrarre un numero sempre maggiore di turisti, a
favorire la vendita diretta in cantina abbattendo i costi di intermediazione/distribuzione, a
far visitare meglio le cantine e a trasmettere il
messaggio dell’azienda sia essa piccola, media
o grande.
G.P. – Da molti anni collaboriamo regolarmente con il Censis Servizi, che svolge un’analisi periodica dettagliata sul turismo del vino
italiano attraverso l’Osservatorio del turismo
sul vino. Organizziamo convegni e forum i cui
argomenti di discussione sono il vino, il territorio e la promozione del turismo ad essi collegato. Si redige la rivista “Terre del Vino” con ampi
spazi riservati ai temi sopra citati. Inoltre, siamo soci aderenti al Ricevin (rete europea delle
città del vino), e al progetto Odyssea in cui si
creano itinerari turistici che connettano i porti
turistici di Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica, per far beneficiare anche il territorio rurale
del turismo da diporto.
Punti di forza e debolezza dell’associazione
che rappresenta.
C.L. – Tra i punti di forza: certificazione
dell’accoglienza in cantina (entro fine 2011
sono previste 350 aziende in tutta Italia), alto
numero (circa 1.000) di aziende private associate, piccole medie e grandi con notevole potenziale di crescita.
Tra i punti di debolezza: siamo un’associazione nazionale di conseguenza risulta più difficile un’omogenizzazione gestionale delle regioni
su tutto il territorio italiano.
G.P. – Punti di forza: il crescente numero
degli associati negli anni, la creazione di una
rete nazionale con differenti esperienze, la collaborazione con molti organismi come Censis e
Università, la realizzazione di studi con analisi
storiche, qualitative e quantitative che hanno
dimostrato quanto il turismo del vino sia ormai un vero e proprio segmento del turismo
nazionale.
Punti di debolezza: la difficoltà a mantenere un rapporto di scambio costante tra i soci
all’interno dell’associazione. Con il cambio
periodico delle amministrazioni, le priorità
dell’associazione non sono talvolta rispettate o
percepite come tali e vengono messe in secondo piano dalle giunte.Non siamo portatori di consensi diretti come
altre associazioni di categoria, di conseguenza
siamo meno interessanti agli occhi della politica nazionale anche in sede di allocazione delle
risorse finanziarie…..
“Calici di stelle” è un bell’esempio di proficua
cooperazione e di organizzazione tra MTV
e Città del Vino, ci sono spazi di manovra
per agevolare e integrare maggiormente
le due associazioni?
C.L. – Sono tanti anni che si organizza questa manifestazione e funziona molto bene.
L’unione fa la forza e in questo caso permette
di offrire un ricco calendario di eventi di ogni
tipo legati al vino. L’edizione 2010 è stata dedicata all’ambiente, per far conoscere agli enoappassionati il tema dell’eco-sostenibilità. Non
solo l’uso esclusivo di calici in vetro, anziché
in plastica, ma anche la raccolta differenziata
dei tappi di sughero – utilizzati in bioedilizia – e
delle bottiglie, che molte aziende utilizzano in
vetro alleggerito e con etichette in carta riciclata, producendo i propri vini “eco-friendly”
attraverso l’uso delle energie rinnovabili. Quindi ben vengano iniziative complementari dove
il know-how e l’organizzazione di entrambe le
associazioni possano essere integrate.
G.P. – MTV e Città del Vino esprimono due
mondi diversi ma complementari. Il primo fa
capo ai privati (cantine) la seconda agli enti istituzionali (principalmente piccoli comuni). Ci
sono ampi spazi di manovra, oltre ad un miglioramento delle attività già in essere, penso a una
manifestazione, quale Calici di stelle, che possa
divenire veramente il perno di un consumo consapevole del vino, un’occasione in cui si educhino le persone e soprattutto i giovani a bere bene
e nel modo giusto. È auspicabile la creazione di
un tavolo nazionale dove lavorare fianco a fianco
anche su altri progetti e sulle varie problematiche comuni per avere una maggiore incidenza
al cospetto delle istituzioni nazionali.
Come vede l’attività svolta dagli altri
soggetti che gravitano intorno al turismo del
vino quali Consorzi delle Strade del Vino e
Commissione del Turismo Enogastronomico?
C.L. – MTV e Città del Vino, Consorzi delle
Strade del Vino e Commissione del Turismo
Enogastronomico presentano ampi margini
di miglioramento nelle loro singole attività;
alcuni progressi potrebbero essere realizzati
proprio in funzione di una maggiore collaborazione e della creazione di un network con reciproco scambio di dati e informazioni.
G.P. – Alcuni buoni esempi di Strade che funzionano bene esistono ma non bastano, bisogna
rivitalizzarle magari dando loro la possibilità
di vendere direttamente i pacchetti turistici
attraverso tour operator specializzati.
Quali i progetti in cantiere
per il futuro?
C.L. – L’intenzione è quella di riuscire ad
attribuire la certificazione del Movimento
a tutte le cantine associate per garantire la
qualità dei servizi di ospitalità. Per il rilascio
di questa sorta di attestazione di qualità saranno presi in considerazione parametri relativi ai servizi di accoglienza e alle attrezzature per la degustazione.
G.P. – Tutti quei progetti in cui più associazioni possano mettersi in collegamento ed
esprimere una voce nazionale unica con una
regia comune, aggregando insieme tutte le
componenti che gravitano attorno a
questo tipo di settore del turismo del vino