Tenuta delle Ripalte – Turismo-vino. Binomio vincente – Corriere Vinicolo

Un circuito nazionale di “resort tra le vigne”
non esiste ancora, ma sarebbe forse utile
crearlo. A partire dall’esperienza
di una cantina, unica sia per i suoi verdi
vigneti a picco sul mare dell’Isola d’Elba,
sia perché collocata all’interno
di un articolato complesso turistico.

di Filippo Magnani 

Era il 1896 quando, nel cuore della costa sud-orientale dell’Isola d’Elba, sorse La Fattoria
delle Ripalte, su iniziativa del conte Tobler, un nobiluomo svizzero innamorato
dell’Italia, che voleva realizzare la sua grande passione: coltivare la vite e produrre
grandi vini. L’intero comprensorio (420 ettari), che rappresentava la più grande
azienda agricola dell’Elba, la famosa Fattoria Tobler, fu in seguito completamente
abbandonato dai successivi proprietari che utilizzarono per molti anni questi terreni come semplice
riserva di caccia. Ma l’antica fama della Fattoria Tobler si tramandò negli anni. Tanto che nel 2002 la
nuova proprietà, costituita da un gruppo di amici veronesi capitanati dalla famiglia Ederle, decise di
riscoprire e valorizzare la vocazione vitivinicola di questo suggestivo territorio.
Ad oggi, 15 ettari di nuove vigne occupano le migliori posizioni della Tenuta. La nuova cantina,
progettata dall’architetto Tobia Scarpa, si presenta esternamente come un grande parallelepipedo
inserito nel Colle di Gianni. L’intento è stato quello di armonizzare l’edificio con il contesto
paesaggistico circostante e nello stesso tempo di intercalarlo nello scenario dell’ambiente
mediterraneo. Una buona parte della produzione viene da uve Aleatico, il vitigno più pregiato e
caratteristico dell’Elba, prodotto dai vigneti di Poggio Turco. Il vigneto è piantato su suoli difficili,
sassosi e molto drenati, per la maggior parte terrazzati. Il vino che ne deriva è un passito dolce
e complesso, di piacevolissima beva. Non si usano prodotti chimici di sintesi per i trattamenti
fitosanitari e la limitata concimazione è organica. L’aiuto della consulenza agronomica ed enologica
di Maurizio Castelli ha contribuito notevolmente al successo del progetto.
Se la meravigliosa localizzazione dei verdi vigneti a picco sul mare che dominano dall’alto le acque
cristalline della baia di Remaiolo rendono questa cantina unica da un punto di vista ambientale, la
natura incontaminata e la vicinanza delle antiche miniere la rendono crocevia di molteplici percorsi
turistici che possono trovare tutti un felice connubio con il vino. Dal turismo balneare di coloro
che qui vengono per scoprire i ricchi fondali marini che abbracciano Punta Calamita, cui una nota
leggenda attribuiva nel passato la capacità di attrarre le navi antistanti questo tratto di costa a causa
del forte potere della magnetite tipica di questi luoghi, a quello sportivo di coloro che attraversano i
panoramici sentieri che si snodano nel neonato Bikepark.
A presentarci questa peculiare cantina e la sua vocazione all’accoglienza è Piermario Meletti
Cavallari che, dopo la trentennale esperienza nel Bolgherese con il Podere Grattamacco, ha ideato e
realizzato l’azienda agricola e continua a essere il responsabile del progetto stesso.

Il vostro organigramma aziendale
prevede una particolare impostazione
rispetto all’accoglienza?
Pur avendo una struttura organizzativa molto
semplice, date le dimensioni aziendali, vi è una
persona dedicata all’accoglienza dei visitatori.
Qual è la vostra struttura organizzativa
per le visite in azienda? Esiste una segnaletica
che renda l’azienda facilmente accessibile?
La segnaletica parte dalla piazza del Municipio
di Capoliveri e porta alla proprietà attraverso una
strada bianca, pianeggiante, molto frequentata da
podisti e ciclisti lungo la quale si può godere di un
panorama mozzafiato a picco sul mare. È in corso
di allestimento la specifica segnaletica turistica
della Strada del Vino.

L’azienda dispone di accesso per pullman
per le visite dei gruppi?
L’accesso è possibile a ogni tipo di mezzo.

I vigneti e la cantina sono predisposti
per le visite?
I vigneti principali di Poggio Turco sono visibili
dalla terrazza della cantina. Sono raggiungibili anche gli altri vigneti ma non sono compresi nella
visita standard. In particolare nella vigna più alta,
quella dei Pascoli, è stata costruita una piattaforma belvedere che permette la visione del versante
di Porto Azzurro e uno scorcio sino a Portoferraio.

Come si svolge la visita in cantina?
Esiste un percorso guidato?

La visita alla cantina vera e propria attraversa i
reparti produttivi seguendo il percorso che fanno
le uve raccolte sino alla trasformazione in vino.
Essendo la cantina strutturata strategicamente
su tre livelli di piano, in modo da sfruttare i trasferimenti dei prodotti per gravità, la visita si svolge sia in modo orizzontale sia verticale al fine di
esplicare in modo completo e dettagliato le varie
fasi della lavorazione.

Come vengono presentati i vini? Esiste
una sala degustazione specifica per le visite?
Al termine della visita, in sala degustazione,
vengono presentati e degustati i vari prodotti
dell’azienda. è possibile poi, in un piccolo shop
aziendale, acquistare i vini, la grappa, la salsa di
Aleatico e qualche altro prodotto correlato (libri,
bicchieri, cavatappi ecc.).
Accanto alla sala degustazione vi è invece un office per la preparazione dei prodotti, con la possibilità di preparare piccoli rinfreschi.

In che modo sviluppate la promozione
turistica dell’azienda?
Dato che l’attività vitivinicola, pur essendo
all’origine della Tenuta delle Ripalte, è inserita
in un complesso resort turistico (hotel, ville, appartamenti), particolare attenzione è stata data
all’integrazione delle due attività. In particolare,
i nostri ospiti sono invitati a visitare l’azienda
agricola di cui abitualmente consumano i prodotti nelle strutture turistiche. La cantina, che entra
nel circuito delle Cantine d’Autore, è un ulteriore
polo d’attrazione per i turisti che giungono all’Elba, attira molti appassionati e non, anche per la
rarità, sul territorio elbano e non solo, di strutture
similari.

Qual è il target turistico della cantina?
La maggior parte dei visitatori non sono enoturisti evoluti ma semplici appassionati desiderosi di
diversificare la propria esperienza di vacanza. Ovviamente questo flusso, attivo in alta stagione e in
bassa stagione quasi esclusivamente costituito da
turisti stranieri, si annulla nei mesi invernali, in
cui il servizio di accoglienza viene esercitato dai
soli addetti alla cantina.

Il trend dei visitatori negli ultimi 5 anni?
Data la recente inaugurazione della cantina il
trend delle visite è in costante ascesa, sostenuto
anche dalla pubblicazione di articoli e dal passaparola.

Quale importanza è data alla vendita
diretta al visitatore?
Le vendite dirette dello shop raggiungono livelli molto interessanti, anche sotto il profilo della liquidità. Per ora non si è ancora realizzata la
vendita diretta ai privati con spedizione a domicilio, principalmente per le difficoltà logistiche
che comportano le spedizioni dall’isola. Il nostro
distributore, sul suo sito, ha però iniziato a fare
qualcosa a titolo sperimentale.

Quali sinergie attuate con il territorio?
Il territorio elbano non presenta una grande capacità di coesione e le sinergie si limitano ad un paio di manifestazioni locali. Interessante, anche
se difficoltosa, è però la collaborazione con l’associazione che organizza le visite alle miniere e
potrebbe portarci interessanti flussi.

In conclusione, crede che l’investimento fatto
per lo sviluppo dell’accoglienza in cantina sia
stato proficuo e quali sono le vostre intenzioni
per il futuro?
Gli investimenti fatti per costruire una cantina
sono ingenti e di difficile ritorno, considerando
l’importanza funzionale e simbolica dell’oggetto,
ogni sforzo deve essere fatto quindi per valorizzare l’aspetto di comunicazione e di marketing del
vino e del turismo, al fine di incrementare le visite in cantina. Un settore che stiamo sviluppando
è quello dei piccoli convegni o convention all’interno della struttura che speriamo possa svilupparsi in modo esponenziale in futuro.
Il binomio turismo-vino sembra essere interessante anche per i mercati emergenti, ma qui c’è
molto da lavorare per avere risultati concreti. Un circuito nazionale di “resort tra le vigne” non esiste ancora ma sarebbe utile crearlo.

Filippo Magnani

Tuscany – Italy
T: +39 335 53 477 04
O: +39 0565 82 70 44
E: fm@filippomagnani.it

© Filippo Magnani

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